mercoledì 20 luglio 2011

Cultura della precarità rulez

Ecco come uno dei siti più seguiti dalle ragazze e dai ragazzi italiani, Studenti.it, oggi parla di lavoro, curriculum e colloquio, prendendo spunto niente meno che da la Repubblica, portabandiera della nouvelle vague del centro sinistra italiano. Nei loro consigli per giovani disoccupati, come vedete, gli ingredienti della distruttiva cultura della precarietà ci sono tutti: essere ruffiani, spudorati, tramaccioni. Sfruttare le proprie conoscenze con fiuto da furetti. Andare a ripescare dalla naftalina le vecchie foto di classe delle elementari e rintracciare i compagni di scuola, cercando quelli che hanno fatto carriera. E se per caso incappate in un vecchio compagno di banco che fa il muratore o che è disoccupato come voi valutate con attenzione, probabilmente è il caso di mandarlo a cagare.

Ricordatevi che il curriculum non basta più, perché è la vostra vita ad essere un curriculum. I social network sono la vostra vetrina, davanti a cui un potenziale datore di lavoro, prima o poi, potrebbe sempre trovarsi a passeggiare. Il vostro tempo libero non va agito per caso, ma va sfruttato per crearvi delle possibilità. Per esempio, mentre ve ne state a gocciolare sudore in palestra, tendete le orecchie a quello che si stanno dicendo i due muscolosi omaccioni dietro di voi. Magari uno dei due è un qualche tipo di manager, un selezionatore di risorse umane, un quadro che può in un modo o nell'altro agganciarvi all'agognata possibilità di un lavoro.

Giocate con i colori, abbinandoli a quelli dell'azienda a cui spedite il curriculum. Non sia mai che il colletto della vostra camicia non sia abbinato al loro logo.

La disoccupazione? Questione di sfumature.

Nessun commento:

Posta un commento