venerdì 23 settembre 2011

La sinistra che ha scordato il Referendum

Dal Referendum sono passati poco più di tre mesi, eppure sembra di vivere in un altro paese. Dietro la minaccia costante del default, le rivendicazioni espresse in quelle due giornate di Giugno sembrano far parte di un'altra epoca, quando eravamo sereni e pieni di sogni. Sarò ripetitiva, ma è proprio così che agisce la shock economy. Finora, gli shock che ci hanno inferto sono stati piccoli sobbalzi, scossette da qualche decina di volt, eppure sono bastate a farci tornare digeribili le stesse soluzioni che avevamo bandito con forza una stagione fa.

Infatti, ecco che Tito Boeri - guru della pseudo-sinistra liberista e della sinistra confusa - rilancia davanti a uno Iacona adorante la sua proposta per salvarci tutti: liberalizzare i servizi. Le care vecchie privatizzazioni dei beni comuni, cacciate a pedate dalla porta, rientrano sotto mentite spoglie dalla finestra bocconiana.

Non so se avete mai visto un animale chiuso dentro un recinto elettrificato. Anche qui, la scossa che può prendere è una bazzecola, niente di più di quella che si prova ogni tanto toccando la portiera di un auto. Eppure, questo basta a far sì che non si avvicini nemmeno al recinto, se non con grande disagio.

Dodici anni dopo Seattle, ai recinti di cui parlava Naomi Klein hanno aggiunto un bel nastro metallico collegato a una batteria, mentre le finestre...beh quelle verrebbe voglia di tenerle chiuse. Qualche giorno fa Wu Ming proponeva su Twitter di trovare una nuova arma del popolo, al posto dei forconi dell'epoca moderna: io propongo un paio di cesoie, di quelle con i manici ricoperti di plastica isolante.

3 commenti:

  1. Già, e chissà come mai si torna a pencolare in quella direzione. Secondo me bisognerebbe far girare ovunque la lettera che Trichet ha scritto a Berlusconi il 5 agosto e che il Corriere ha pubblicato due giorni fa: la pretesa della BCE di dettarci praticamente tutta la politica (tranne i diritti civili, ma a quelli ci pensa il Vaticano) configura una vera e propria emergenza democratica di cui prima siamo consapevoli meglio è.

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  2. io farei circolare anche le reazioni di gente come Enrico Letta a quella lettera:
    “I contenuti della lettera di Draghi e Trichet rappresentano la base su cui impostare politiche per far uscire l'Italia dalla crisi, è siderale la distanza tra quelle analisi e ciò che il governo ha concretamente fatto, o meglio non fatto in queste settimane. Qualunque governo succederà al governo Berlusconi, si dovrà ripartire dai contenuti di quella lettera”

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  3. Senz'altro. Non che sia stupito dall'uscita di Letta, naturalmente; d'altra parte mi pare un bene che finalmente si giochi così a carte scoperte. Meritevole di lettura mi pare anche l'ultimo Veltroni, che a quanto pare sta col papa: http://www.ilfoglio.it/soloqui/10597 Nel mare di imbarazzanti corbellerie anche molta chiarezza: "E sul versante del centrosinistra è compito innanzi tutto del Partito democratico, che mai come oggi può comprendere quanto la sua originaria vocazione a unire le diverse culture riformiste, guardando *ben oltre* i tradizionali confini della sinistra storica [...]"

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